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IL CIRCO CAPOVOLTO

3 NOVEMBRE 2024

21:00

SINOSSI

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"Un vortice in cui memoria, appartenenza, sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette. Uno spettacolo commovente e travolgente. Favola, confessione, epopea familiare, Storia collettiva. In cui i tragici eventi raccontati acquistano una luce particolare, tramite il filtro dello sguardo curioso e incantato dei bambini e l'incombente presenza della magia dello “szerelem”; quell’amore per l’arte che dalle vene della stirpe Hrabal arriva direttamente a quelle degli spettatori, creando una connessione e un’atmosfera unica, che lascia il segno in ognuno."

 

Due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apo, due generazioni di rom in questa Europa in cui le etnie nomadi hanno vissuto e vivono ancora vite separate, vite “a parte”. Una generazione è finita nei campi di concentramento, la successiva nei campi rom alle periferie delle grandi città.

Branko Hrabal in fuga dall’Ungheria si rifugia in un campo rom in Italia. Porta con se dieci scatoloni contenenti quel che rimane del famoso circo ereditato da suo nonno.

 

Circo che ha dovuto bruscamente interrompere la sua attività durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti ne hanno prima rinchiuso e poi sterminato tutti gli artisti. Branko non sa che farsene di questa eredità pesante ed ingombrante. Ma nel campo trova un gruppo di bambini curiosi che lo obbligano a raccontare la storia di quel circo, che è la storia della sua famiglia e che è in sintesi la storia dell’Europa da cui tutti discendiamo.

 

Lo spettacolo nasce, prima di tutto, dalla curiosità verso un popolo, quello Rom, che pur vivendo all’interno della nostra comunità, non ne ha mai veramente fatto parte e ha mantenuto nei secoli la propria identità pur mescolandosi e immergendosi in culture diverse, fra popoli differenti. Le differenze sono il vero filo rosso di questo spettacolo. Differenze come valori aggiunti e non come ostacoli, non come limiti invalicabili, non come pretesti per allontanarsi.

 

Differenze come occasioni, come opportunità, come incontri. Differenze fra le persone che vivono all’interno dei campi; fra chi vive nei campi e chi vive fuori. Differenze fra chi arriva nei campi e chi nasce già nei campi e da li non ha nessuna speranza di andarsene. Differenze fra chi non e neppure più in grado di immaginare una differenza per se, per la propria famiglia, per la propria gente e chi invece riesce ancora a vedere negli occhi curiosi dei bambini una possibilità di futuro e forse di riscatto.

DETTAGLI

Liberamente tratto dal romanzo di Milena Magnani

 

di e con Andrea Lupo

diretto da Andrea Paolucci

musiche originali David Sarnelli

una produzione Teatro delle Temperie

in collaborazione con Teatro dell'Argine

 

con il sostegno della Provincia di Bologna e della Regione Emilia-Romagna

 

Vincitore del Roma Fringe Festival edizione 2017: MIGLIOR DRAMMATURGIA, MIGLIOR ATTORE EPREMIO DEL PUBBLICO

 

Vincitore del Palio Ermo Colle 2020: PREMIO DEL PUBBLICO Vincitore del Premio Mauro Rostagno2021: PREMIO DEL PUBBLICO Spettacolo premiato al Catania Off Fringe Festival 2022